PALAZZO DEL PERO
Itinerario,
notizie storiche, curiosità
La 22sima edizione del nostro Trekking ci vede impegnati, quest’anno, la domenica 28 maggio, in un anello alle cui estremità si trovano le due antiche Pievi, di San Donnino e di San Cassiano, lungo un itinerario storico e paesaggistico molto interessante.
Quasi tutto il percorso si snoda sull’altura boscosa situata tra le due vallatine del S. Chimento e del Cerfone, sul cui crinale domina San Cassiano. Da qui si gode un magnifico panorama sulla Valdichiana e sulla Valtiberina; e poi scendendo da Parnacciano si ammira dall’alto un bellissimo scorcio sulla conca di Palazzo del Pero.
Siamo abituati a sentire nell’uso quotidiano i nomi delle nostre località, o magari a passarvi velocemente con la macchina senza dare loro molto peso; lo scopo di ogni “camminata” è invece quello di conquistare con fatica ogni luogo toccato dal percorso, passarvi lentamente a piedi, sostarvi alcuni minuti e assaporare tutto ciò che cade sotto i nostri sensi… Allora il respiro si allarga così da sentire pulsare la primavera (pensiamo alla vegetazione che già in maggio sarà vigorosa e agli animali e uccelli che già popoleranno il bosco), ma si allarga anche la dimensione temporale, quando passeremo davanti alle antiche pietre di chiese o ruderi di edifici che parlano di storia.
Se dopo aver toccato I Ferri, passiamo davanti alla località Il Mulino, verrà sicuramente da pensare a quante persone avranno lavorato per la produzione della farina da cui viene il pane, il prodotto primo del nostro sostentamento, e a quanti chicchi di grano sono passati sotto a quelle macine, e magari a quello che poteva essere un mulino prima delle moderne tecnologie: le grosse macine di pietra mosse dall’acqua incanalata del San Chimento, le incastellature e gli utensili in legno massiccio e lucido dall’uso manuale. Mulini simili – quello di Rosadi e quello di Lepri – nella nostra vallata resistono ancora nell’epoca dell’automazione.
Saliamo per la ripida di Palazzone mentre il panorama si allarga repentino e i rumori del traffico stradale si perdono in lontananza. Sulla cima pochissime case raggruppate e in posizione dominante: da qui vediamo ormai di fronte e molto prossimo il crinale di San Cassiano. Poco sotto Palazzone, verso Sud-Est, si trova una sorgente rinomata per la bontà delle sue acque.
Scendendo leggermente e risalendo verso il crinale di San Cassiano, la prossima località è La Villa di Galloro, un edificio in pietra in ottimo stato, situato ai piedi di un “promontorio” alberato sulla cui sommità restano solo pochi brandelli di case dirute. Qui, a quota 725 s.l.m., si trovava il Castello di Galloro, che nel medioevo doveva avere una certa importanza, se pensiamo che alcuni personaggi del castello risultano impegnati nella politica aretina; e qui, Giorgio Vasari, nel 1527, ancora quindicenne dipinse un San Rocco “nella Maestà”, cioè nell’oratorio del castello. Sembra che il cognome Gallorini sia originato dal nome di questo castello e coloro che lo hanno abitato (quelli di Galloro o Gallorini) e infatti sono molti i Gallorini che abitano tutta la zona. Voci di popolo annunciano uno splendido agriturismo nel sito di Galloro in prossima realizzazione da parte di una società americana!
Proseguendo il percorso giungiamo a un bivio con la strada principale che da Palazzo del Pero e la via della Rassinata porta a San Cassiano. Tutta l’area del bivio si chiama Fonte Romana. Il crinale che da qui corre fino a San Cassiano si trovava, secondo il Prof. Fatucchi, in posizione strategica nel contrafforte meridionale del monte di Marzana tra la Valdichiana e la Valtiberina, atto a proteggere lo schieramento bizantino nel lungo attrito con i Longobardi. Ciò è dimostrato proprio dall’introduzione da parte dei Bizantini del culto a San Cassiano, un santo ad essi molto caro. Tornando al toponimo Fonte Romana, ancora oggi persiste una sorgente naturale di limpide acque, a un centinaio di metri dal suddetto bivio lungo la strada che torna a Palazzo del Pero. E la fonte doveva avere molta importanza in antico, se una sorta di indovinello resta ancora in bocca agli anziani del luogo:
Fonte Romana, Fonte Romanella,
c’è una vacca con ‘na vitella…
Chi l’avrà?
Pietro matto da Galloro la troverà!
I nostri piedi impolverati ci introducono ormai nell’abitato rurale di San Cassiano dove sorgeva l’antica Pieve che aveva giurisdizione su un vasto territorio sottostante, comprensivo di molte chiese suffraganee. Come sappiamo, da tutto questo territorio, soltanto alla Pieve, la chiesa-madre, in antico, si poteva venire per ricevere il battesimo, e ciò valeva anche per la Pieve di San Donnino per tutto il suo territorio più in basso.
Dopo aver fatto colazione a San Cassiamo ed avervi goduto della visione panoramica ad ampio respiro, la strada del ritorno ci porta a Parnacciano, situato in bella vista sulla piana di Palazzo del Pero. Probabile insediamento romano e sicuramente altomedievale, ha una chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo con una pregiata campana del 1431 di Girolamo da Cortona, secondo il Salmi della stessa famiglia di fonditori che ha prodotto una campana della Pieve di San Donnino.
Si scende ancora, si tocca l’abitato Dal Fagioli, poi il bivio di Campi, ed infine il pranzo al Centro Sociale del Palazzo riempie il nostro stomaco affamato!...
Giovanni Nocentini